Sardinia In, periodico di cultura, informazione e turismo sulla Sardegna.
Testata giornalistica in corso di registrazione. Direttore Responsabile Alessandra Conforti.
ARTE E ARTIGIANATO
Condividi nei social network
Copricapo e acconciature della tradizione sarda
|
pubblicato il 23/03/2013 19:00:48 nella sezione "Arte e artigianato"
|
|
I copricapo sono generalmente complessi, costituiti da almeno due elementi sovrapposti, uno dei quali a diretto contatto con i capelli, raccolti in varie acconciature, e almeno un secondo, sopra questo. L’uso di coprire la testa rende solo ipotizzabile quali acconciature si celino sotto i copricapo dato che anche quelli più semplici, come i fazzoletti o le cuffie, nascondono la capigliatura. Le donne portano i capelli lunghi intrecciati in diversi modi, partendo da una scriminatura centrale che divide la massa, viene spesso legata con nastri (bìttas o vìttas), colorati per le ragazze e le giovani donne e scuri o neri per le anziane o le vedove. Le trecce possono essere basse e ravvicinate alla scriminatura centrale, alla base del cranio, dove vengono attorcigliate tra loro a formare una crocchia. Le trecce impostate dietro l’orecchio danno luogo ad un’unica crocchia che avvolge la base del cranio. Quelle portate alte e legate strettamente sulla sommità del capo (cùccos, cucchèdda, cuccurìnu), raccolte sotto la cuffia o avvolte con fazzoletti, costituiscono la struttura che consente di modellare i vari tipi di copricapo complessi. Nel primo Novecento, ai mutamenti descritti per gli abiti, si affianca anche un diverso modo di acconciare i capelli; fino a questo momento, specie per le donne sposate ed anziane, è regola diffusa quella di ricoprire i capelli quale segno di pudore, di riservatezza, di morigeratezza di costumi; tale regola, ferrea fuori dall’ambito domestico, viene per lo più osservata anche al suo interno, dove è consuetudine che le donne più anziane portino cuffia, fazzoletto o benda sovrapposti e,le più giovani, almeno il fazzoletto. In alcune località i copricapo di gala divengono ancora più complessi e continuano a nascondere i capelli, che nel quotidiano vengono invece mostrati con più facilità. Fazzoletti, veli e scialli iniziano ad essere indossati a diretto contatto con la capigliatura che sempre più spesso viene acconciata e gonfiata all’attaccatura della fronte in conformità con lo stile borghese. La pettinatura a trecce, considerata fuori moda dalle ragazze, viene progressivamente abbandonata in favore della pettinatura a crocchia (curcùddu, mògno) fermata sul capo o sulla nuca con spilloni d’osso o di metallo; i cambiamenti di pettinatura sembrano essere più traumatici rispetto alle modifiche dell’abbigliamento e lo scontro generazionale si fa talvolta vivace; le giovani che adottano pettinature alla moda sono guardate con riprovazione. Si può dire a grandi linee che, dopo il 1920, le donne mostrano la capigliatura con maggiore libertà e se questa resta comunque celata non lo è più per una sorta di tabù, ma per dare ancora più risalto alle complesse cconciature di gala. Dopo il 1930 i capelli sono raccolti in una semplice crocchia, più o meno aderenti al capo, con o senza scriminatura centrale, e tale acconciatura è rimasta, pressoché invariata, nelle pettinature delle donne che continuano ad indossare il cosidetto abbigliamento di “transizione”.
|
Indicaci il tuo apprezzamento nei social network
Leggi articoli simili
sardegna (cagliari) san sperate
sardegna (cagliari) cagliari
sardegna (sassari) castelsardo
sardegna (olbia-tempio) golfo aranci
sardegna (ogliastra) urzulei
sardegna (cagliari) san sperate